Quali sono le mascherine Ffp2 non a norma? Ecco i possibili modelli a rischio dei dispositivi di protezione.
ROMA – Quali sono le mascherine Ffp2 non a norma? Il caso dei dispositivi di protezione che non garantiscono una protezione adeguata ha fatto il giro della rete e ha fatto scattare l’allarme. Ora una risposta attendibile arriva dall’Unione europea, che ha lanciato un tool online attraverso il quale è possibile avere informazioni sul prodotto.
Mascherine Ffp2 non a norma, il tool dell’Unione europea
Per scoprire se il prodotto acquistato ha completato l’iter per la certificazione CE, l’Unione europea ha creato un tool semplice ed intuitivo da usare. Basterà inserire i dati della mascherina in questione per avere una panoramica completa del prodotto. Il tool online è raggiungibile al seguente link: https://ec.europa.eu/growth/tools-databases/nando/index.cfm?fuseaction=search.main
Come funziona il tool
Come anticipato, il tool online è di semplice utilizzo. Per avere le informazioni sul prodotto basterà inserire il numero stampato accanto al marchio CE nella casella Keyword On Notified body number. A quel punto il sistema risalirà all’ente che ha rilasciato la certificazione. Questo ovviamente nel caso in cui l’autocertificazione effettivamente sia stata rilasciata.
Il ‘caso’ mascherine e le indagini in Italia
Il ‘caso’ mascherine tiene ormai banco da giorni in Italia. La Procura di Roma ha aperto un’indagine per la presenza di mascherine FFP2 non a norma nel nostro Paese.
In particolare, è stato portato alla luce un caso riguardante i dispositivi di protezione arrivati in Italia durante la prima ondata e affidati a medici e infermieri. Le indagini proseguiranno nei prossimi giorni per cercare di chiarire meglio quanto successo e individuare eventuali responsabilità. Un’inchiesta che, al momento, non vede il coinvolgimento del commissario Arcuri. Vicenda che ha ancora diversi punti da chiarire e presto ci potrebbero essere importanti su quanto successo.
Real Care: “La nostra azienda è sempre stata attenta alla qualità”
Tra le aziende finite nel mirino anche la Real Care. Ma Mohamed Achick ha smentito qualsiasi difetto sulle proprie mascherine: “La nostra azienda, da sempre attentissima alla qualità, non è piacevole essere accomunati a chi vende mascherine difettose […]. La società turca offriva tempi di attesa più brevi, mentre i laboratori italiani facevano fatica a stare dietro alla domanda […]“.
Tra le società che hanno fatto verificare i dispositivi di protezione anche la Gilania: “La scelta di andare in Turchia per molti è stata obbligata – il commento di Stefania Gander – le attese in Europa erano troppo lunghe. Ma per avere garanzie sulla qualità bisogna guardare il produttore non l’ente che le certifica“.